AL COMUNE DI NAPOLI, PRIMA TAPPA DEL FUNKY TOMATO TOUR

Con il progetto FUNKY TOMATO, profit e no-profit si fondono in un nuovo modello d'impresa.

Ieri lunedì 8 ottobre è ufficialmente iniziato il tour di presentazione della campagna 2018 di Funky Tomato. Francesco Franzese AD La Fiammante è stato ricevuto a Palazzo San Giacomo sede del Comune di Napoli dal Sindaco Luigi De Magistris assieme a Ciro Corona di Cooperativa (R)esistenza Anticamorra e ai rappresentanti della filiera Funky Tomato, Paolo Russo e Corrado Sabia, per raccontare il proprio contratto di rete, un’alternativa concreta e praticabile allo sfruttamento del lavoro nella filiera agroalimentare e strumento per la formazione e l'inserimento lavorativo. 

Funky Tomato è la prima filiera di produzione di trasformati di pomodoro che, oltre a garantire la dignità degli attori coinvolti nella filiera, inserisce al proprio interno l'elemento culturale come base fondamentale per l'esistenza di un'economia rispettosa dell'ambiente e dei diritti delle persone.

Cooperativa “Resistenza”, attraverso la promozione, la gestione e la valorizzazione del primo bene agricolo confiscato della città di Napoli, il Fondo Rustico "Amato Lamberti", attua con la logica dell'agricoltura sociale percorsi di inserimento lavorativo, culturale e sociale per detenuti e minori stranieri non accompagnati.

La Fiammante è il marchio di punta di una filiera produttiva etica, basata sul valore della relazione: con gli agricoltori, cui viene riconosciuto il ruolo centrale, un giusto compenso e il sostegno necessario dalla semina alla raccolta; con i lavoratori, costantemente formati e coinvolti, nel rispetto della dignità, della soddisfazione e del riconoscimento sociale; con i consumatori, informati in maniera autenticamente trasparente degli impatti sociali della produzione.

Queste tre esperienze sono unite da una diretta attuazione dei più importanti principi contenuti nella nostra Costituzione: uguaglianza sostanziale, dignità del lavoro e partecipazione dei cittadini.

Insieme costituiscono un modello di impresa innovativo da molteplici punti di vista.

  • positivo impatto sul territorio dal punto di vista ambientale e sociale;
  • inserimento lavorativo e tutela della dignità del lavoro delle figure socialmente ed economicamente svantaggiate (ex carcerati, rifugiati politici, donne, etc.);
  • costituzione di una comunità diffusa in tutto il territorio nazionale che acquistando i prodotti all'inizio della stagione di coltivazione del pomodoro partecipa direttamente alla realizzazione del modello di filiera;
  • centralità del ruolo della cultura nella valorizzazione e tutela del territorio attraverso il sostegno di progetti di produzione artistica-culturale ed editoriale;
  • contrasto a tutte le forme di sfruttamento speculativo delle persone e delle risorse naturali, interpretando dal punto di vista economico-produttivo il principio di cura dei beni comuni, quali l'ambiente e la cultura;

In un momento storico in cui i detenuti sono marginalizzati, i migranti sono strumento di propaganda per generare paura e i beni confiscati rischiano di essere messi all'asta con la probabilità di ritornare nella disponibilità della Camorra, si costituisce un'alternativa reale di mercato attraverso percorsi di riscatto e buone pratiche.